La figura del Diversity Manager in azienda
Al posto giusto, al momento giusto

Il 26 marzo 2025, lo staff dello Studio Paladin ha partecipato al corso di formazione “Malattie croniche e Diversity management: conoscere per agire in azienda e nella PA”, organizzato presso la sede della Provincia di Treviso.
I relatori hanno sottolineato l’importanza di agire per tempo, per risolvere particolari situazioni di disagio che si possono venire a creare all’interno delle aziende, e per evitare che si cronicizzino. Diverse sono le condizioni di stress lavoro-correlato che possono esserci, tra cui disturbi alimentari, comportamentali o il disagio mentale, il cosiddetto burn-out. Malattie che minano il benessere psico-fisico dei lavoratori.
L’8° Rapporto Censis sul welfare aziendale offre una panoramica approfondita sulle attuali dinamiche tra lavoro, aziende e benessere dei lavoratori. Un aspetto preoccupante è il fenomeno del burn-out: il 31,8% dei lavoratori ha sperimentato sensazioni di esaurimento o distacco emotivo dal proprio lavoro; un fenomeno che coinvolge il 47,7% dei giovani lavoratori e il 28,2% degli adulti.
Per rispondere a queste esigenze crescenti, le aziende sono chiamate a implementare strategie di welfare aziendale più personalizzate e orientate al benessere dei propri dipendenti, con servizi che includono, tra l’altro, le opportunità di formazione, l’assistenza medica/psicologica, lo sviluppo professionale.
Le aziende stanno riconoscendo l’importanza di adottare politiche inclusive e diversificate nel loro approccio al welfare, un compito che potrebbe essere facilitato dalla presenza di un Diversity Manager.
Il Diversity Manager è una figura professionale che si occupa di promuovere e gestire le politiche di diversità e inclusione all’interno di un’organizzazione. Un welfare aziendale inclusivo deve infatti considerare le differenze (età, genere, stato civile, disabilità, religione, caratteristiche personali etc.) per dare una risposta efficace e per garantire che l’ambiente lavorativo sia accogliente e rispettoso per tutte le persone.
Tra le principali responsabilità di questa figura ci sono:
- Sviluppare politiche di inclusione che promuovano la diversità;
- Monitorare la diversità, per esempio con sondaggi o collezione di dati;
- Promuovere un ambiente di lavoro inclusivo, con sessioni formative volte a sensibilizzare i dipendenti e a ridurre le discriminazioni;
- Gestire la comunicazione interna ed esterna rendendo partecipi i lavoratori delle iniziative di inclusione;
- Supportare gli uffici risorse umane promuovendo una cultura basata sull’uguaglianza delle opportunità;
- Sostenere l’innovazione favorendo la collaborazione tra persone con background diversi.
Tra i vari consigli che vengono dati alle aziende ci sono: ridurre il turn-over, trattenere i talenti e valutare i segnali di disagio e di stress lavoro-correlato, per esempio avvalendosi di sondaggi e focus group sul clima aziendale e incontri per individuare ed affrontare determinate situazioni di disagio.
È importante, inoltre, che i lavoratori non si sentano un numero, e che vengano coinvolti condividendo le priorità; che sappiano chi è il responsabile a cui devono rivolgersi per una specifica esigenza; com’è strutturata la piramide aziendale, e che ricevano comunicazioni chiare ed efficaci.
In sostanza, il Diversity Manager aiuta a costruire una cultura aziendale che non solo rispetta le differenze, ma le celebra come fonte di valore per l’azienda, contribuendo al benessere e alla produttività dei dipendenti.
Potremmo semplificare il tutto con la frase: “Mettere le persone al posto giusto, al momento giusto”.