Assegno Unico da Marzo 2022
La misura sostituisce gli Assegni Familiari e le Detrazioni per carichi di famiglia. Che importo aspettarsi?
In attuazione della legge delega n. 46/2021 il Governo, lo scorso 18 novembre, ha varato la bozza del decreto legislativo che prevede, a decorrere da Marzo 2022, l’Assegno Unico e Universale.
Tale misura, la cui decorrenza era inizialmente fissata per Gennaio 2022, viene lanciata con lo spirito di fornire un nuovo supporto alle famiglie. Questa strategia parte dalla considerazione che gli altri Stati Europei convogliano mediamente più risorse rispetto all’Italia al supporto della genitorialità. La misura cerca di far fronte alla ben nota situazione demografica del nostro Paese che, ormai da decenni, soffre di un continuo calo delle nascite.
Scarica il documento da appendere in bacheca per informare in anticipo i lavoratori con le novità dell’Assegno Unico.
L’Assegno Unico prenderà il posto dell’Assegno Temporaneo per Figli Minori, misura introdotta quest’anno dal Governo per cui rimandiamo la lettura del seguente articolo.
L’Assegno Unico potrà essere richiesto, dal 1° Gennaio 2022, dai nuclei familiari in possesso dei requisiti di legge, i quali potranno presentare la domanda all’INPS o ai patronati. Per la richiesta dell’Assegno Unico è necessario compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per la richiesta dell’ISEE.
L’importo sostituirà in via definitiva alcune importantissime misure, tra tutte gli Assegni per il Nucleo Familiare (ANF) e le Detrazioni per carichi di famiglia. Al pari di queste sarà esente da imposizione fiscale e verrà erogato mensilmente per il periodo compreso da Marzo 2022 a Febbraio 2023, con lo stesso INPS che provvederà al pagamento.
Siamo quindi di fronte ad un netto cambiamento della “busta paga” dei lavoratori la quale, rimossi gli Assegni Familiari e le Detrazioni per familiari, non potrà che riflettere in modo più puntuale la reale retribuzione dei dipendenti.
Quando spetta
L’Assegno Unico spetta:
- Per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, a partire dal settimo mese di gravidanza;
- Per ogni figlio maggiorenne, a patto che il figlio sia a carico fino al 21 anno di età e che (alternativamente):
1) frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea;
2) svolga un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
3) sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
4) svolga il servizio civile universale. - Per ogni figlio disabile a patto che sia a carico, indipendentemente dall’età.
L’Assegno spetta in parti uguali a chi esercita la responsabilità genitoriale, salvo quanto previsto, con riguardo all’ipotesi di affidamento esclusivo, nomina di tutore e presentazione della domanda da parte dei figli maggiorenni.
Chi può fare domanda
Il requisito essenziale è il possesso di figli “a carico”. Sono comunque necessari, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio, il rispetto congiuntamente dei seguenti requisiti:
- essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o essere titolare di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi o essere titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a 6 mesi;
- essere assoggettato al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
- essere residente e domiciliato in Italia;
- essere o essere stato residente in Italia da almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.
Quanto spetta
Gli importi mensili dell’Assegno Unico sono parametrati all’ISEE, clicca qui per visualizzare le tabelle.
Precisiamo che chi sceglierà di non esibire l’ISEE, percepirà l’Assegno Unico nella sua misura minima, di 50 euro mensili per figlio, maggiorati di 15 euro per i figli dal terzo in poi.
Maggiorazione transitoria per le prime 3 annualità
L’Assegno Unico, pur concretizzandosi un aumento medio degli importi a sostegno delle famiglie, potrebbe dar luogo ad una diminuzione degli importi attualmente percepiti sottoforma di Assegni per il Nucleo Familiare e Detrazioni per carichi di Famiglia. Questi infatti, potrebbero non essere compensati dall’importo dell’Assegno Unico.
In questi casi, per coloro che dispongono di un valore ISEE non superiore ai 25.000 euro, verrà concessa una maggiorazione per evitare una perdita negli importi mensili. Tale misura compensativa ha comunque validità solo fino al 1° Marzo 2025 e, per i periodi successivi, gli eventuali effetti negativi dell’Assegno Unico verranno resi stabili.
Come presentare la domanda di Assegno Unico
I beneficiari possono presentare domanda in modalità telematica all’INPS ovvero presso gli istituti di patronato per il riconoscimento dell’Assegno dal 1° Gennaio di ciascun anno per periodo compreso tra il mese di Marzo dell’anno di presentazione della domanda (anno n) e quello di Febbraio dell’anno successivo (anno n + 1). Alcuni patronati, causa l’alto flusso di soggetti che dovranno ottenere il dato ISEE ad inizio anno, sono disponibili alla presentazione delle domande già dal mese di Dicembre. Si consiglia pertanto di entrare in contatto con l’istituto di patronato e di fissare con ampio anticipo un appuntamento.
I ritardatari avranno comunque tempo fino a giugno per chiedere gli arretrati ma è chiaro che chi non si muoverà in fretta rischia, da Marzo in avanti, di perdere le attuali Detrazioni e gli Assegni (e quindi una quota di reddito netto) senza ricevere subito la “compensazione” del nuovo Assegno Unico.
Precisiamo poi che l’indicatore ISEE presentato nel 2022 sarà ancorato ai redditi percepiti nel 2020. La pratica ISEE richiede diversi documenti non solo reddituali: dalla giacenza media di tutti i conti correnti attivi, anche cointestati, fino a eventuali buoni fruttiferi, contratti di affitto e certificati di disabilità.
Solo in caso di perdita, riduzione o sospensione del lavoro, si può chiedere l’aggiornamento dell’indicatore cioè l’ISEE corrente. Una volta richiesto, però, l’ISEE corrente, questo va elaborato ogni 2 mesi.
Pagamento della prestazione
La novità principale è che, a differenza dell’Assegno per il Nucleo Familiare e delle Detrazioni per i familiari a carico, le quali venivano anticipate dal Datore di Lavoro, l’erogazione dell’Assegno Unico avverrà mediante accredito diretto su IBAN ovvero mediante bonifico domiciliato, fatta salva l’ipotesi di erogazione a nuclei familiari percettori di Reddito di cittadinanza. Pertanto, il datore di lavoro diventerà soggetto sostanzialmente neutro nell’erogazione della prestazione.
Passaggio al Sistema ISEE, cosa comporta?
Secondo Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, nel calcolo del nuovo Assegno Unico saranno decisivi gli immobili posseduti dai genitori, così come i patrimoni e i risparmi in banca finora non rilevanti nell’attuale sistema di Detrazioni per carichi familiari e Assegni Familiari.
Ribadiamo che le detrazioni IRPEF per i familiari a carico e gli Assegni per il Nucleo Familiare erano calibrati sul reddito, quello individuale per gli sgravi fiscali e quello complessivo del nucleo per gli ANF. La fotografia della situazione economica della famiglia basata sull’ISEE, invece, considera il reddito ma anche il patrimonio, mobiliare e immobiliare, e l’indicatore diminuisce all’aumentare del numero dei figli.
L’avvio dell’Assegno Unico da Marzo 2022 determinerà l’addio, inoltre, al “premio alla nascita” e, dal 1° Gennaio, al bonus bebé. Quest’ultimo viene erogato in modo universale ai neo-genitori per 12 mesi, con importi modulati in base a tre fasce ISEE, per un minimo di 80 euro mensili garantiti a tutti. Questo bonus offriva una copertura aggiuntiva rispetto a detrazioni e Assegni.
La residenza è un fattore chiave, alcuni esempi
Il primo passo per ottenere l’ISEE è individuare i componenti del nucleo familiare su cui calcolarlo. Se i genitori conviventi vivono nella stessa casa e con figli piccoli, la situazione è lineare, ma potrebbero esserci altri casi.
Due coniugi con residenze diverse, ad esempio, sono sempre nello stesso nucleo familiare ISEE, tranne alcune eccezioni, tra le quali il caso più frequente è la separazione formalizzata a livello giudiziale. La semplice dimora in un’altra città per motivi di lavoro o la separazione di fatto non sono sufficienti a “spezzare” il nucleo famigliare.
I genitori non sposati fanno parte della stessa famiglia ISEE: sempre se sono conviventi, con alcune eccezioni se non hanno la stessa residenza.
In questo caso, oggi gli Assegni per il Nucleo Familiare potevano essere richiesti dal genitore con il reddito più basso, comportando questo un maggiore vantaggio. Con il nuovo Assegno Unico i due genitori andranno a formare un unico nucleo a fini ISEE, su cui pesano i redditi di entrambi.
Quanto ai figli minorenni, sono inseriti nella famiglia ISEE del genitore con cui convivono, anche se fiscalmente a carico IRPEF dell’altro genitore. La stessa regola vale anche per i figli maggiorenni che convivono con uno o entrambi i genitori, anche se sono indipendenti dal punto divista fiscale (cioè se hanno un reddito fino a 4.000 euro annui sotto i 24 anni d’età o fino 2.840,51 euro dai 24 anni in su).
Il discorso si complica per i figli maggiorenni che vivono per conto proprio: fanno automaticamente nucleo familiare a sé quando hanno più di 26 anni, oppure sono sposati o con figli o, ancora, quando hanno un reddito tale da non essere a carico dei genitori. Non basta, invece, convivere con un’altra persona per poter avere un ISEE separato da quello dei genitori.